Linux: tempi duri

Tempi duri per Linux e per il mondo Open Source. Nella galassia Linux, dopo più di un anno, non si è ancora arrivati a “portare” in KDE 4 un editor testuale html ottimo come Quanta Plus, il che rende proibitivo, per chi elabora siti web, passare a KDE 4.
Inoltre KDE 4 fa dei passi indietro nella gestione dei files, con Konqueror privato di diverse funzionalità (come il comando “media”) e con Dolphin privo di schede (tab: ne visualizza uno solo alla volta, mentre Konqueror quanti se ne vuole).
Non va meglio con le suites da ufficio con il divorzio, negativo, se non rovinoso, tra LibreOffice e OpenOffice: era proprio necessario dividere le già esigue forze dell’Open Source. Meglio unire.
Unica consolazione è il successo di Firefox, che in Europa ha superato IE. Ma è troppo poco.
Parola d’ordine: non disperare e unire le forze, in uno sforzo costruttivo. Chi può, si impegni, lasciando da parte idiosincrasie personali.

KDE 4: la fiera delle vanità?

La prima impressione è: non mi impressiona!
I tanti effetti speciali difettano infatti di una proprietà che io considero essenziale, l’utilità: non sono utili. A che cosa mi serve infatti l’effetto trasparenza? Solo a far rallentare la risposta della macchina.
Magari esaminando meglio potrò scoprire dei pregi seri, ma il primo impatto è che si sia ceduto alla linea Microsoft sul suo terreno, oltretutto prendendone solo difetti.